La sindrome Long Covid, un male strisciante che può condizionare la vita per lungo tempo.

Nel corso degli ultimi mesi sono stati tanti i casi di persone che, dopo essere guarite dal Covid-19, hanno affermato di continuare ad avere problemi di salute di vario genere, anche a distanza di tempo. 

Veri e propri strascichi del Covid-19 difficili da mandare via. 

La maggior parte delle persone che hanno contratto il Covid-19 riesce a recuperare completamente entro due mesi. 

Alcuni, invece, continuano a presentare disturbi e manifestazioni cliniche per molto tempo.

Questa condizione, definita “Long Covid”, indica l'insieme dei disturbi e delle manifestazioni cliniche che persistono dopo l'infezione, rappresentando una specie di continuazione della malattia, una condizione strisciante che può portare a conseguenze sanitarie molto pesanti.

La durata della persistenza dei sintomi non sembra essere collegata all’intensità degli stessi durante la malattia: può succedere, infatti, che anche le persone che hanno avuto una forma lieve di Covid-19 sviluppino problemi gravi a lungo termine.

La letteratura scientifica attuale preferisce fare una distinzione a proposito della sindrome che si presenta in seguito a malattia acuta:

- se i sintomi si presentano tra la quarta e la dodicesima settimana dalla malattia acuta, si parla di “Covid-19 sintomatico subacuto”;

- se i sintomi persistono o compaiono dopo la dodicesima settimana dalla malattia acuta, si parla di “Covid-19 cronico o Long Covid”.

Questa condizione rischia dunque di continuare a minare il fisico anche se il virus non è più presente nell'organismo.

I disturbi caratteristici del Long Covid possono essere causati da diversi meccanismi:

un danno diretto agli organi del corpo provocato dal virus o dalla malattia;

effetti e compromissione del sistema nervoso;

risposta anomala del sistema immunitario che, nel tentativo di eliminare il virus, innesca una specie di autoimmunità per cui aggredisce “per sbaglio” anche organi e tessuti del proprio corpo, danneggiandoli, creando una vera e propria malattia autoimmune.

I sintomi del Long Covid possono interessare diversi organi:

Il sintomo sicuramente più diffuso è la stanchezza, seguito dalla perdita del gusto e dell’olfatto. 

Un altro sintomo riportato molto frequentemente è la “nebbia mentale”, condizione caratterizzata da problemi di memoria e di concentrazione in aggiunta alla costante sensazione di stanchezza. Dal punto di vista scientifico questa condizione è nota come “encefalomielite mialgica”.

La sindrome Long Covid si manifesta anche con sintomi più comuni, ma non per questo meno gravi, come:

vertigini

mal di testa

difficoltà nel sonno

respiro corto

palpitazioni e battito irregolare

sintomi neurologici come ansia o stress

disturbi gastrointestinali

iper-sudorazione

eritemi cutanei

perdita di capelli

debolezza delle unghie

dolori muscolari

problemi renali.

Ad oggi, purtroppo non esistono terapie specifiche per curare i disturbi legati al Long Covid, nemmeno gli anticorpi monoclonali. 

Si è costretti a convivere con i sintomi fino alla loro regressione e cercare per quanto possibile di alleviarli, risalendo alle cause e trovando soluzioni personalizzate per ogni paziente.

Solo il vaccino, somministrato in pazienti Long Covid, ha dimostrato un discreto miglioramento dei sintomi.

Inoltre, i vaccini a mRna (Pfizer/BioNTec e Moderna) sono stati associati a un maggiore miglioramento dei sintomi, rispetto a quanto ottenuto con i vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson).

Per quanto riguarda invece i soggetti vaccinati e successivamente infettati dal Covid-19, sembra che non vi siano pericoli legati alla sindrome Long Covid, non avendo sino ad ora avuto alcuna segnalazione.


Riccardo Bonsi


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