Draghi al banco di prova (tra le nomine dei sottosegretari e le decisioni da prendere), speriamo non sia un banco a rotelle della Azzolina

Sono passati quasi dieci giorni dal giuramento del nuovo governo e il nostro indomito eroe Grisù (il draghetto) dovrà fare fuoco e fiamme per non cadere in fallo.


Diciamo la verità, dopo aver ascoltato il programma del primo ministro Draghi siamo rimasti tutti impressionati favorevolmente; sanità, sburocratizzazione, riforma della giustizia, ambiente, turismo, cultura, investimenti, aiuti economici, istruzione, ecc., un discorso ricco di buoni propositi, dove l’efficienza regna sovrana e la rinascita sembra a portata di mano.

Però, pensandoci bene, da quando ho il lume della ragione, non ho mai sentito un nuovo premier proporre un programma scarso; anzi, se mi ricordo bene, i programmi sembrano tutti uguali.

È da quando sono bambino che sento dire le stesse cose, e anno per anno ho visto peggiorare sempre di più la situazione.

Certo oggi Grisù (ve lo ricordate il cartone animato di Grisù il draghetto buono che voleva fare il pompiere?) avrà ben 209 miliardi di Euro da spendere, una cifra mai vista prima (a parte la panzanata di Giuseppi della famosa “potenza di fuoco” da 400 miliardi), una cifra che finalmente ci fa dire: adesso scenderanno le tasse e tutto andrà bene.

A dirla tutta, sono proprio i 209 miliardi da spendere che mi fanno paura.

Ma, onestamente, chi di voi oggi darebbe 209 miliardi in mano ai nostri governanti?

Riflettiamo un momento: Draghi ha un governo che è più un Conte ter che un Grisù 1, ha una maggioranza talmente vasta che ognuno vorrà accontentare il suo elettorato (e una maggioranza che copre quasi tutto l’arco costituzionale è più pericolosa di una bomba atomica), si trova in mezzo a una pandemia che ha distrutto economicamente gli italiani e ha il fiato sul collo di un’Europa che esige riforme vere.

Suvvia, se tutto andrà bene ci sputtaneremo il futuro dei nostri figli con dignità, mentre se tutto andrà male è perché avremo sputtanato i 209 miliardi affidandoli ad Arcuri.

Il povero Grisù è anche alle prese con le nomine dei sottosegretari, una tirata di giacca da non sottovalutare.

Non si può accontentare tutti, ma soprattutto non esiste la pan-politica, la politica di tutti.

Certo, una minima opposizione esiste grazie a Fratelli d’Italia, che però in questo parlamento ha poco peso.

Eh, se si fosse votato oggi…

Ma è inutile lamentarci, sappiamo benissimo che oggi non si può e non si deve votare, lo ha deciso il Presidente Mattarella, con una serie di pretesti che se li avesse tirati fuori uno qualunque gli avremmo riso in faccia.

Quindi l’unica scelta era San Mario (l’altro soprannome di Draghi), l’uomo della provvidenza, l’uomo che ha messo tutti (quasi) d’accordo, senza problemi.

Che importa se non ci sarà nessuna flat tax, se l’immigrazione clandestina continuerà a prosperare, se quota cento verrà eliminata, se i lockdown proseguiranno ancora più serrati, se le tasse non verranno minimamente abbassate (semmai ci sarà la solita “richiesta di sacrificio”), se le cartelle esattoriali giungeranno implacabili e non ci sarà nessun condono (o pace fiscale che dir si voglia), se i licenziamenti riprenderanno presto (a valanga), se diversi miliardi verranno nuovamente buttati per salvare “il morto che cammina” Alitalia, se, se, se… insomma se tutto quanto chiesto dal centrodestra in questi anni andrà a farsi benedire e se tutto quanto fatto dal precedente governo di centrosinistra verrà rinnegato proprio dalle persone che erano alla guida di quello stesso governo.

Che importa, oggi va già tutto bene perché c’è Draghi.

Nessuno mette in dubbio le competenze professionali del Prof. Draghi, ma in questa vicenda San Mario sembra seduto su uno dei famosi banchi a rotelle della Azzolina per spostarsi velocemente ora a destra ora a sinistra per accontentare tutti.

Tutti noi speriamo che il buon Grisù ce la faccia, questa volta c’è in gioco il futuro dell’Italia e dei nostri figli, ma l’inizio non è purtroppo dei migliori, al di là dell’ottimismo dell’accozzaglia del governo dei migliori.

Comunque, noi continuiamo ad andare avanti con fiducia e speranza (non il ministro, per carità), certo è che se Draghi dovesse fallire non ci resterebbe che invocare San Giorgio, si, proprio lui il Santo, perché lui i draghi li ha sempre sistemati.


Riccardo Bonsi



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