I Turchi e gli Azeri stanno massacrando gli Armeni e ancora una volta l’Europa si volta dall’altra parte

La storia si ripete, oggi come nel periodo del genocidio della prima guerra mondiale l’indifferenza dell’Europa regna sovrana.


Nel corso della Prima guerra mondiale, il governo ultranazionalista dei Giovani Turchi, emanazione del partito “Unione e Progresso”, sceglie di “turchizzare” l’area anatolica e decide di deportare e sterminare l’etnia armena presente nel territorio fin dal 7° secolo a.C.

Il genocidio del 1915 fu preceduto dai pogrom del 1894-1896, voluti dal Sultano Abdul Hamid II e da altri massacri, in particolare quello del 1909 in Cilicia, all’indomani della rivoluzione dei Giovani Turchi, che avevano preso il potere nel 1908, paradossalmente in nome della libertà e uguaglianza di tutti i popoli dell’Impero.

Il movente ideologico che ispirò l’azione di governo dei Giovani Turchi l’ideologia monoetnica turca, il sogno di un immenso territorio dal Mediterraneo all’altopiano turanico, religiosamente, linguisticamente e culturalmente omogeneo.

La popolazione armena, la più numerosa, di religione cristiana, che aveva assorbito gli ideali dello stato di diritto di stampo occidentale, con le sue richieste di uguaglianza, costituiva un ostacolo al progetto di omogeneizzazione del regime.

L’obiettivo degli ottomani fu la cancellazione della comunità armena come soggetto storico, culturale e soprattutto politico.

All’epoca, i grandi Stati europei, Francia, Inghilterra, Italia, Russia e Germania si indignarono, protestarono vivamente, ma mai presero provvedimenti contro la Turchia.

Troppi erano gli interessi che l’Europa aveva in quelle zone dominate dai Turchi.

Del resto, il mondo intero ebbe un’indignazione “di circostanza”.

Solamente nel 1973 la Commissione dell'Onu per i diritti umani ha riconosciuto ufficialmente lo sterminio di circa un milione e mezzo di armeni - da parte dell'Impero ottomano - come il primo genocidio del XX secolo.

E oggi?

Oggi la storia si ripete.

Il 26 settembre, in un singolare ripetersi di precedenti storici, le forze turche – insieme coi loro alleati azeri – hanno sferrato un attacco su vasta scala contro la Repubblica di Artsakh, sita nella regione del Nagorno-Karabakh e popolata quasi interamente da Armeni.

Da allora l’assalto agli Armeni è proseguito senza sosta - nonostante la promessa di un cessate il fuoco – utilizzando anche soldati mercenari dell’Isis.

E l’Europa cosa ha fatto?

Oggi come nel 1915 gli Stati Europei si sono sdegnati, si sono indignati, hanno protestato, ma, ancora una volta, si sono voltati dall’altra parte.

Forse gli Armeni sono un popolo scomodo, troppo cristiano e fiero della propria cultura e, si sa, all’Europa in questo periodo queste qualità sono troppo indigeste.


Riccardo Bonsi


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