1918 – 2020, Influenza spagnola – Covid-19: un governo che non ha memoria è un governo inutile.

Perché non imparare dalle lezioni del passato? Incompetenza o mera speculazione?


Era il 1918, il mondo si stava leccando le ferite della prima guerra mondiale quando dalla Spagna, improvvisamente, si diffuse una pandemia di influenza, detta appunto spagnola.

Il mondo fu ovviamente colto di sorpresa, ma vennero subito prese misure importanti e drastiche: mascherine obbligatorie ovunque, distanziamenti, scuole e teatri chiusi e divieto di assembramento.

Anche allora iniziò a serpeggiare il malcontento di alcuni e si levò la protesta contro le mascherine.

La prima ondata della pandemia passò con danni – per allora – limitati.

La gente cominciò ad abbandonare l’uso delle mascherine e a non rispettare le distanze e le scuole vennero riaperte.

Improvvisamente, verso la fine del 1918 arrivò la seconda ondata e fu un devasto: 50.000.000 di morti nel mondo e 600.000 in Italia.

A  quel punto venne istituito l’obbligo della mascherina ovunque (pena l’arresto) e del distanziamento interpersonale.

Le scuole vennero chiuse definitivamente sino alla fine della pandemia (furono ritenute, insieme ai bordelli, la prima fonte di contagio) e così fu fatto per i teatri.

Con l’utilizzo della mascherina obbligatoria per tutti, la gente poté continuare a lavorare e bar e ristoranti – con il rispetto dei distanziamenti - rimasero aperti.

La vita trascorse con queste semplici precauzioni normalmente e il virus, non trasmettendosi più, perse la sua virulenza, pur non sparendo del tutto (ancora oggi in alcune influenze si sono trovati segni del virus della spagnola).

La scienza medica fece veramente poco (allora la medicina era molto “empirica”).

Oggi stiamo vivendo una situazione simile ad allora con il Covid-19, ma, stranamente, il governo si sta comportando ben diversamente da allora.

Le risorse di oggi (sia sanitarie che tecnologiche) sono decisamente superiori.

Disponiamo di mascherine ffp2 e ffp3, le uniche veramente efficaci contro il coronavirus (non lo dico io, ma lo ha detto l’Istituto Superiore di Sanità), disponiamo di medicinali efficaci, abbiamo terapie intensive, insomma, siamo nettamente in una situazione migliore.

Eppure, stranamente, il governo ordina il coprifuoco, vieta lo sport amatoriale (quello professionistico no, perché ci sono interessi economici in mezzo), chiude bar e ristoranti alle 18 (per loro il problema economico non conta), lascia aperte le scuole (note fonti di contagio) e, soprattutto, smentendo lo stesso ISS, dice di usare qualsiasi tipo di mascherina, anche quelle “raccoglipolvere” (forse perché le ha fatte produrre proprio lui).

Che strano, siamo in una situazione migliore dell’influenza spagnola eppure tutto è più difficile.

È così difficile ordinare (come durante la spagnola) l’obbligo di mascherine (solo ffp2 e ffp3)?

È così difficile ordinare il distanziamento interpersonale, senza renderlo come un elastico a seconda delle proprie convenienze (un metro che diventano pochi centimetri nei mezzi pubblici)?

È così difficile far rispettare queste due imposizioni a TUTTI, bambini e immigrati inclusi? 

Ci dispiace per i bambini sotto i sei anni, ma anche nel 1918 hanno portato la mascherina e hanno rispettato il distanziamento e non è morto nessuno, anzi, semmai si sono salvati.

Non era forse meglio, anziché sparare soldi e bonus “ad minchiam” (grazie Prof. Scoglio) senza alcun senso, fornire gratuitamente ogni famiglia di una connessione internet e di un personal computer per consentire una didattica online e chiudere tutte le scuole?

Non era forse meglio provvedere per tempo ai mezzi pubblici aumentandone il numero?

Non era meglio imporre poche cose e lasciare tutto aperto?

Oggi, come allora, dovremmo tutelare le categorie a rischio, ossia gli anziani e i bambini, facendoli uscire il meno possibile.

Che senso ha accanirsi alla sera contro il virus (dove si muove circa il 5% delle persone) e lasciare tutto normale durante il giorno?

Cui prodest tutto questo?

Stiamo già combattendo contro un virus che non passerà tanto facilmente e non vogliamo dover combattere contro la stupidità di provvedimenti che non elimineranno il coronavirus, ma sicuramente aumenteranno la povertà.

Possibile che il governo non abbia imparato nulla dal passato?

Possibile che siano tutti stupidi?

Possibile che non si rendano conto che l’immensa pazienza degli italiani sta vacillando?

Le prime preoccupanti avvisaglie si stanno già vedendo nelle grandi città (Torino, Milano, Napoli).

E si sa, uomo avvisato, mezzo salvato.


Riccardo Bonsi


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