Winston Churchill, la politica, l’esoterismo e i rapporti con Mussolini
Una visione inedita del famoso statista inglese.
Sir Winston Leonard Spencer Churchill (1874 – 1965) è stato un politico, storico e giornalista britannico, conosciuto principalmente per aver guidato il Regno Unito durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ma lo statista inglese non aveva l’aspetto del genio, anzi è stato un pessimo scolaro e un ragazzo irrequieto.
Fu bocciato per due volte agli esami per entrare in scuola militare; tuttavia, eccelleva in storia, in lingua e letteratura inglese.
Il padre, politico conservatore, lo riteneva un inetto.
Per cercare di migliorare le sue attitudini, lo inviò in India ad amministrare la periferia imperiale.
E fu qui, nel subcontinente, che Churchill fece la sua metamorfosi, in parte dovuta alla lettura dei testi fondamentali della filosofia greca, in particolare i trattati di retorica, e dei saggi del Settecento che avevano aperto la strada al liberismo economico grazie al quale era nata la rivoluzione industriale.
Rientrato in patria, conquistò in fretta un seggio ai Comuni e iniziò la sua brillante ascesa politica.
Che Winston Churchill sia stato un genio della politica e della strategia militare è un dato acclarato, ma dietro la sua figura irreprensibile si nascondeva un uomo alquanto misterioso.
Tra gli anni 20 e gli anni 30, Churchill scrisse diversi articoli di scienza sulle cellule, l’evoluzione e la fusione nucleare.
Incontrava regolarmente gli scienziati, favorendo lo sviluppo della tecnologia (per esempio il radar e il programma nucleare della Gran Bretagna durante la guerra).
Nel 1940, fu il primo presidente del Consiglio a nominare un consulente scientifico, il fisico Frederick Lindemann.
Ma un suo saggio, recentemente scoperto, mostra come lo statista inglese negli anni ’30 fosse convinto dell’esistenza di altre forme di vita al di fuori della Terra.
A lui si deve l’espressione “cortina di ferro”, che usò per indicare il blocco sovietico che andava prendendo forma alla fine della seconda Guerra mondiale, nel marzo 1946.
Churchill è l’unico primo ministro ad aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura; mentre ai leader politici può accadere che vengano insigniti con il Nobel per la Pace, a lui toccò quello per la letteratura, nel 1953 per “la padronanza della descrizione storica e biografica, nonché per la brillante oratoria in difesa dei valori umani”.
Churchill scrisse più di 20 libri, tra cui le sue avventure militari in India e Sud Africa, una biografia di suo padre, storie di entrambe le guerre mondiali, e anche un romanzo.
La politica di Churchill fu fortemente influenzata dalle sue frequentazioni esoteriche.
Negli anni della sua formazione politico-culturale Churchill entrò in contatto con la cultura esoterica.
Il 24 maggio 1901 venne iniziato nella massoneria, come già il padre Lord Randolph e il nonno, nella Studholme Lodge n° 1591 di rito scozzese antico ed accettato e il 25 marzo 1902 divenne “Maestro”, nella Rosemary Lodge n° 2815 di Londra.
Tuttavia, a parte un breve periodo di frequentazione del tempio massonico tra il 1905 e il 1908, abbandonò la massoneria negli anni successivi.
Churchill però fu anche membro dell'Antico Ordine dei Druidi (Ancient Order of the Druids) nell'Albion Lodge, un ordine iniziatico di origine celtica fondato a Londra nel 1781.
Churchill, frequentatore assiduo dei salotti fabiani (il fabianesimo fu un movimento politico e sociale britannico di ispirazione socialdemocratica), entrò tramite questi in contatto con la scrittrice Virginia Stephen Woolf, sua sorella Vanessa Stephen Bell (pittrice), il filosofo Bertrand Russell (cugino di sua moglie) e il gruppo di Bloomsbury.
Il Bloomsbury Group fu un gruppo di artisti e allievi sviluppatosi in Inghilterra, nel quartiere londinese di Bloomsbury, dal 1905 circa alla Seconda guerra mondiale.
Le opere dei suoi componenti hanno influenzato la letteratura, l'estetica, la critica e l'economia, come anche il femminismo, il pacifismo e la sessualità umana.
Lo statista fu anche intimo amico del politico diplomatico Harold Nicolson (di tendenze omosessuali) e di sua moglie, la scrittrice Vita Sackville-West (amante di Virginia Woolf), nonché di lady Ethel (Ettie) Fane Grenfell, Baronessa di Desborough, una delle animatrici del sodalizio artistico-esoterico "The Souls" ("Le anime"), del quale facevano parte, oltre a sua madre Jennie, il politico Lord George Nathaniel Curzon, il politico Arthur James Balfour (Presidente della Society for Psychical Research di Londra, che studiava i fenomeni medianici e paranormali), la scrittrice Emma Margaret Tennant Asquith, contessa di Oxford e Asquith, moglie del primo ministro Herbert Henry Asquith e il diplomatico americano Henry White.
Churchill fu anche membro del dining club noto come "The Ark" (l'Arca), fondato dalla marchesa Edith Helen Chaplin Vane-Tempest-Stewart di Londonderry, moglie di suo cugino Charles Vane-Tempest-Stewart, 7° marchese di Londonderry (ministro dell'Aviazione dal 1931 al 1935), la quale aveva all'interno del gruppo il titolo di "Circe la Maga", mentre Churchill era "Winston lo Stregone"; del sodalizio facevano parte, oltre ai futuri sovrani Edoardo VIII e Giorgio VI anche i primi ministri Arthur Neville Chamberlain Neville Chamberlain (Il Diavolo), James Ramsay MacDonald (il Cervo) e Stanley Baldwin di Bewdley (l'Orso).
Da notare che l'orso e il cervo erano entrambi animali sacri per la religione celtica.
Nel contesto della sua vicinanza all'ambiente esoterico, Churchill ebbe rapporti di amicizia anche con il celebre scrittore irlandese Abraham "Bram" Stoker, membro, come l’occultista Edward Alexander “Aleister” Crowley, della confraternita iniziatica Golden Dawn; Churchill apprezzò molto il capolavoro di Stoker, Dracula, romanzo d'impostazione esoterica.
Churchill riteneva gli Stati Uniti d’America la vera “nazione sorella occidentale” sia per retaggio etnico che culturale, mentre riteneva la Germania estranea al “mondo superiore” inglese, essendo “unna” ed “eurasiatica”.
Del resto, dal punto di vista esoterico e politico, il Regno Unito e gli Stati Uniti sono sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda.
L'anglo-celtismo di Churchill fu l'epigono di una lunga tradizione di "esoterismo imperiale" coltivato su entrambe le sponde dell'Atlantico sin dal XVIII secolo, in particolare nei circoli libertini noti come Hellfire club, fondati dal politico sir Francis Dashwood e frequentati anche da Benjamin Franklin.
Le sorti dell'Inghilterra furono per molto tempo decise da una classe dirigente aristocratica formatasi, almeno in parte, a scuole esoteriche di stampo rosacrociano e poi illuministico, delle quali Churchill fu l'ultimo rappresentante; tali scuole ponevano come inscindibile il legame spirituale e dunque politico tra le nazioni anglo-celtiche.
La scelta di Churchill, oltre che dovuta alle involontarie costrizioni geopolitiche, ebbe dunque una componente volontaria: egli volle cedere lo scettro imperiale a Washington piuttosto che alla Berlino di Hitler, allo scopo di preservare il primato imperiale anglo-celtico e di non cedere l'egemonia globale a un'entità come il nazismo, percepita come espressione di contro-iniziazione.
L'obiettivo di Churchill, così come si evince dal discorso programmatico di Harvard del 1943 non fu infatti tanto la preservazione del primato di un Paese (il Regno Unito), ma di una civiltà, quella incarnata dall'Impero anglo-celtico (Gran Bretagna e Stati Uniti).
Questa scelta fu anche conseguenza della componente esoterica della sua formazione culturale, che, da un lato, lo fece convinto assertore della "comunità di spirito" dei popoli anglofoni sparsi nel mondo, dall'altro gli permise di intuire nel nazismo, prima di chiunque altro, una forza distruttiva da combattere a tutti i costi.
La formazione esoterica di Churchill e la percezione della natura "metapolitica" dello scontro con Hitler avrebbero influito anche sulla scelta della simbologia durante la guerra.
Secondo alcuni, il famoso gesto con le dita a "V" di vittoria, sarebbe un simbolo iniziatico.
Esso starebbe a significare "2+3" (due dita alzate e tre abbassate), significante i cinque elementi che compongono il tutto.
Un'altra tesi sostiene invece che il segno a "V" rappresentasse il dio-serpente egizio Apopi, nemico del dio-sole Ra e simbolo di distruzione, suggerito a Churchill dal famoso "mago" ed esoterista Aleister Crowley, per contrastare il potere dello svastica il "Sole nero" nazista.
Suo stretto alleato in questa lotta fu un altro leader anglosassone esoterista, il premier canadese William Lyon Mackenzie King (come Balfour adepto dello spiritismo), inizialmente ammiratore di Hitler, pur essendo liberale, e in seguito protagonista della coalizione antinazista.
Durante la seconda guerra mondiale, Churchill si affidò spesso all'astrologia e alla medium scozzese Victoria Helen McCrae Duncan.
Churchill voleva dunque far trionfare la civiltà anglo-celtica e vedeva negli ideali di supremazia ariana del nazismo l’unico vero nemico.
Ben diversi furono i rapporti di Churchill con l’Italia, soprattutto con Mussolini.
Prima e durante la seconda guerra mondiale il duce e il primo ministro britannico intrattennero quasi sicuramente una corrispondenza riservata.
Churchill sosteneva che la “stirpe italica” aveva una maggiore affinità con la civiltà anglo-celtica che non con la supremazia ariana nazista.
Mussolini aveva custodito gelosamente quelle carte, soprattutto da quando le sorti dell'Asse si erano volte inesorabilmente alla sconfitta.
Ma cosa contenevano quei carteggi?
Nel marzo del 1945 Mussolini confidò ad Alessandro Pavoliniche quei documenti valevano per l'Italia più di una guerra vinta perché documentavano la malafede inglese.
Durante la sua fuga verso Dongo Mussolini si portò dietro molti documenti.
Il 27 aprile 1945, al momento della sua cattura, il duce aveva con sé due borse piene di documenti contenenti parte della sua corrispondenza con Churchill.
Le due borse furono subito requisite dai partigiani della 52a Brigata Garibaldi “Luigi Clerici”.
Il 4 maggio 1945, il materiale fu esaminato da una commissione formata, tra gli altri, dal segretario della Federazione comunista locale, Dante Gorreri, e dal nuovo prefetto di Como, Virginio Bertinelli.
Il 2 settembre 1945, a nemmeno due mesi dalla conclusione della guerra, dopo aver perso le elezioni e non più primo ministro, Winston Churchill si recò sul lago di Como, a trascorrere una breve vacanza nella Villa Apraxin di Moltrasio, dietro falso nome.
Forse si trattò di una missione di recupero aiutata e gestita dai servizi segreti inglesi. Infatti dopo quel momento del famoso carteggio non si ebbe più traccia.
In questo intrigo internazionale ebbe un ruolo rilevante anche un agente dei servizi segreti italiani, Bruno Piero Puccioni (1903-1990).
Puccioni era stato un fascista della prima ora e già nella Repubblica sociale in qualità di agente aveva svolto il ruoli di collegamento tra fascisti, partigiani e alleati (le parti si parlavano molto più di quanto si creda).
Da una villa del borgo di Damaso, non lontano da Dongo, Puccioni era riuscito a stabilire buoni rapporti con i partigiani moderati tra i quali il nobile fiorentino Pier Luigi Bellini delle Stelle, comandante della 52ª Brigata.
Puccioni cercò di elaborare un piano per salvare Mussolini e consegnarlo agli americani.
Lo scopo era quello di portare Mussolini al sicuro.
Il piano fallì e Mussolini venne fucilato.
Sembra che l’eminenza grigia di questo tentativo di salvataggio fu proprio Winston Churchill.
Quel che è certo è però che Puccioni e Bellini delle Stelle cercarono anche nel dopoguerra di rimettere le mani sul carteggio.
Il 7 maggio del 1949 in un carteggio tra i due si leggeva: “Il carteggio pare sia andato a chi già supponevamo, ma seguendo tutt'altra via da quella che ho dapprima seguito”.
Dietro a queste parole si staglia, ancora una volta, l’ombra di Churchill.
Churchill nutrì sempre una grande simpatia nei confronti di Mussolini (e con lui molti conservatori inglesi).
Il primo ministro inglese cercò più volte di dissuadere Mussolini dall’alleanza con Hitler, facendo leva anche su certe identità di vedute dal punto di vista esoterico.
Churchill giustificò anche l’espansione colonialistica dell’Italia e probabilmente il carteggio tra i due era la dimostrazione di questi tentativi dello statista inglese di allontanare Mussolini da Hitler.
Riccardo Bonsi
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