Covid-19, gli asintomatici e il rischio di contagio: cerchiamo di fare chiarezza

 A volte basta documentarsi per capire certe cose.



Partiamo dalle cose semplici: per asintomatico si intende una persona che non manifesta i sintomi della malattia di cui è affetto.

In questo periodo stiamo assistendo alla solita “partita di calcio” tra chi sostiene che una persona asintomatica affetta da virus SARS-CoV-2 sia contagioso e chi sostiene l’esatto contrario.

La situazione non è in effetti così semplice come sembra.

Un paziente asintomatico affetto da virus SARS-CoV-2 non ha nessuno dei sintomi caratteristici della malattia Covid-19 (temperatura oltre 37 e mezzo, tosse, raffreddore, perdita di olfatto e gusto ecc.) o ne presenta solo alcuni in una forma lieve e di breve durata.

Quindi, dal punto di vista della propria salute l’asintomatico si sente bene e non ha alcun sintomo riferibile al Covid-19.

L’asintomatico può però contagiare gli altri.

Molto dipende dalla “carica virale” del singolo paziente: spesso infatti se la carica virale è bassa la persona asintomatica non è in grado di infettare, mentre una carica virale alta comporterà un’elevata possibilità di contagiare qualcuno.

Inoltre, la presenza di alcuni sintomi, soprattutto tosse o raffreddore, aumenta la possibilità di contagiare altre persone anche da asintomatici e di diffondere nell’aria il virus attraverso le famose goccioline di Flügge (le goccioline di saliva emesse a seguito di un colpo di tosse o di uno starnuto).

Ecco perché i normali sintomi influenzali, ossia tosse e starnuti, tipici del periodo autunnale e invernale, possono diventare un veicolo per diffondere anche il virus SARS-CoV-2 che si trova negli asintomatici.

Inoltre, l’influenza potrebbe (non abbiamo però dati certi in merito) favorire l’aumento della carica virale del virus SARS-CoV-2 nei soggetti asintomatici.

Concludendo, i soggetti asintomatici possono trasmettere il virus in presenza di una carica virale adeguata e siccome non è possibile stabilire la carica virale di un asintomatico (in quanto può modificarsi in ogni momento) è lecito considerare l’asintomatico come un paziente potenzialmente contagiante.


Riccardo Bonsi

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